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Quanto resiste il Coronavirus sulle superfici e come sanificarle?

G.L.S. Lavanderie fa il punto sulla situazione!

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la trasmissione delle infezioni da coronavirus, incluso il SARS-CoV-2, avviene attraverso droplets, goccioline di diametro ≥ 5 μm che originano dagli atti del respirare, parlare, tossire e starnutire. Per le loro dimensioni i droplets viaggiano nell’aria per brevi distanze e possono direttamente raggiungere soggetti suscettibili nelle immediate vicinanze, come anche depositarsi su oggetti o superfici che diventano quindi fonte di diffusione del virus. Infatti, in questo caso, mani che sono venute in contatto con gli oggetti così contaminati possono costituire veicolo di trasmissione per contatto indiretto quando toccano bocca, naso e occhi. Premesso che il lavaggio delle mani costituisce sempre il punto cardine di una corretta prevenzione, la pulizia regolare seguita dalla disinfezione delle superfici e degli ambienti interni rivestono un ruolo cruciale nella prevenzione e contenimento della diffusione del virus.

Quando si parla di sanificazione, anche in riferimento a normative vigenti, si intende il complesso di procedimenti ed operazioni di pulizia e/o disinfezione e mantenimento della buona qualità dell'aria.

Occorre distinguere la semplice pulizia di un ambiente dalla sua sanificazione: quest’ultimo è un particolare processo di igienizzazione mirato, che non esclude la fase di pulizia ma può renderla ancora più ottimale. La sanificazione non sostituisce quindi il processo di pulizia: per procedere nella maniera più corretta è suggerito un intervento di pulizia preliminare.

Quali sono i prodotti raccomandati per sanificare superfici, ambienti e vestiti?

Per rispondere a queste domande L’Iss, l’Istituto superiore di sanità, ha pubblicato le “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza Covid-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento” che aiutano a diradare le nebbie su questioni cruciali dove spesso la confusione regna sovrana.

Per quanto riguarda le apparecchiature utilizzate, esse dovranno sempre rispondere ai requisiti fondamentali inerenti alle caratteristiche funzionali richieste, nonché a requisiti generali richiamati per la progettazione e la costruzione, in conformità alle norme tecniche armonizzate emanate dal Comitato Europeo di Standardizzazione (CEN) e ad altre eventuali disposizioni vigenti. Il documento include indicazioni sul trattamento del tessile da effettuarsi in loco (sia abbigliamento che superfici non dure quali arredi imbottiti, tendaggi, ecc.).

Quanto resta sulle superfici il coronavirus Sars-CoV-2?

L'Istituto superiore di sanità ha riassunto in una tabella le varie superfici con i dati relativi ai tempi di permanenza del coronavirus Sars-CoV-2.

Come emerge dallo schema, prendendo ad esempio la carta da stampa e la carta velina, l'Iss nota che le particelle virali infettanti sono state rilevate fino a 30 minuti dalla contaminazione, mentre dopo 3 ore non sono più state rilevate.

Sul tessuto, invece, la presenza delle particelle infettanti è risultata più duratura nel tempo e sono state rilevate fino a 1 giorno dalla contaminazione, mentre non sono più state trovate dopo 2 giorni.

Sulle banconote e sul vetro, l'Istituto superiore di sanità nel suo rapporto indica che la presenza delle particelle virali infettanti è stata rilevata fino a 2 giorni dopo la contaminazione, mentre non è più stata rilevata dopo 4 giorni.

Ancora più lungo l’intervallo di tempo su acciaio inox e plastica, dove le particelle virali infettanti sono state trovate fino a 4 giorni dalla contaminazione e non più rilevate dopo 7 giorni. È stata anche studiata la presenza delle particelle virali infettanti sulle mascherine chirurgiche: per quel che riguarda lo strato interno della mascherina, le particelle sono state rilevate fino a 4 giorni dalla contaminazione, mentre dopo 7 giorni non sono state più rilevate. Nello strato esterno della mascherina, invece, le particelle virali sono risultate presenti fino a 7 giorni dalla contaminazione.

Il sistema di lavaggio certificato UNI EN ISO 14065:2004 di G.L.S. Lavanderie garantisce la massima decontaminazione dei tessili lavati nelle strutture sanitarie abbattendo le cariche batteriche durante il lavaggio, azzerando la ricontaminazione e assicurando maggiore sicurezza per gli operatori.

L’ozono agisce in primis con un’azione ossidante inattivando i virus per poi distruggerli.

generatori di ozono convertono l’ossigeno dell’aria in ozono tramite alti voltaggi elettrici. L’ozono così prodotto viene insufflato nell’acqua, dove uccide batteri, spore e virus, a bassa temperatura anche con un breve tempo di contatto. Dopo aver espletato la sua azione disinfettante, sparisce rapidamente nell’acqua di scarico senza lasciare tracce.

G.L.S. agisce anche dal punto di vista del mantenimento di una buona qualità dell’aria fornendo generatori di ozono che permettono una completa igienizzazione e sanificazione dell’aria presente negli ambienti.

L’ozono, essendo una modificazione dell’ossigeno, non trova limiti al suo utilizzo poiché dopo aver compiuto la sua funzione, si scompone nuovamente in ossigeno non lasciando odori e residui tossici.

L’impiego dell’ozono è lo strumento di sanificazione più semplice ed efficace nelle strutture.

G.L.S. è sempre in prima linea per la sicurezza microbiologica delle sue strutture, soprattutto in questi tempi di emergenza sanitaria!

 

 

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